Includendo gli impatti degli oneri previsti per l’attuazione del Piano Industriale 2019/2020 contabilizzati “up front” a partire da giugno 2016 (circa 850 milioni netti), i contributi straordinari al Fondo di Risoluzione (50,4 netti) e la svalutazione del Fondo Atlante (52,9 netti), il 2016 si chiude con una perdita di 830,2 milioni (utile di 116,8 milioni nel 2015).
Al netto degli impatti del Piano Industriale 2019/2020 e delle poste straordinarie, il 2016 si è chiuso con un utile normalizzato di 111,6 milioni, che sconta una riduzione significativa dell’apporto della finanza (153,7 milioni rispetto ai 290,6 del 2015) e maggiori contributi ordinari al Fondo di Risoluzione e al Deposit Guarantee Scheme per 33,2 milioni nel 2016, e che va a raffrontarsi con un utile di 189 milioni normalizzato nel 2015.
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Nei prospetti economici riclassificati è incluso l'effetto della Purchase Price Allocation, negativo per circa 18,6 milioni nell'esercizio 2016 e così allocato nelle voci specifiche: -19,7 milioni nel margine di interesse, -10,6 milioni nelle rettifiche di valore nette su attività materiali e immateriali, +10 milioni nelle imposte e +1,7 nell'utile di terzi. Le voci riportate nella tabella includono già gli effetti dell'allocazione.